PERDITA DEL CAPITALE A SEGUITO DELL’ATTIVITA’ DEL CONSULENTE FINANZIARIO NON SEMPRE TUTTO E’ PERDUTO
Anche la banca dalla quale dipende il consulente finanzario è responsabile per i danni cagionati da quest’ ultimo nell ‘esercizio della sua attività di gestione degli investimenti altrui. Lo chiarisce la Corte di cassazione con la sentenza N.12448/2012.
L’ investimento in borsa come sappiamo è un attività oltremodo rischiosa che può comportare anche la perdita dell’ intero capitale utilizzato. Essa nella maggior parte dei casi viene affidata da parte del risparmiatore ad un soggetto denominato consulente finanziario.
Ma che cosa succede nel caso in cui tale attività di consulenza si riveli del tutto fallimentare che potrà fare l’investitore per potere rientrare in possesso del proprio capitale.
All’investitore danneggiato che abbia perso in tutto od in parte il suo capitale sono lasciate in concreto due facoltà la prima costituita dalla possibilità di agire nei confronti del consulente finanziario la seconda invece di agire nei confronti della banca dalla quale esso dipende.
E la stessa legge data l’ importanza dell attività finanziaria nella società odierna a prevedere con l’ articolo 31 Tuf la responsabilità diretta banca.
La legge infatti si preoccupa di tutelare nella miglior forma possibile l’ investitore garantendogli pertanto tale doppia possibilità.
Quella della banca ove opera il consulente è una responsabilità piuttosto grave essa infatti ha il solo limite dell’entità del danno , in altri termini la banca potrà essere tenuta a pagare l’ intero danno patito dall’ investitore. Non solo ma la posizione dell’investitore si presunta come piu favorita anche del fatto che la banca è in ogni caso responsabile per le condotte del consulente finanziario si tratta di una responsabilità di posizione che nasce sulla base del solo rapporto tra banca e consulente finanziario.
Non è necessario per ottenere il dovuto risarcimento che l’investitore fornisca la dimostrazione della presenza di una intenzione in capo alla banca di arrecargli un danno.
Inoltre la banca per le sue ingenti risorse patriminaili si presta con maggiore facilità a sodisfar le ragioni del cliente.
Sin qui tutto facile se pure abbiamo visto come esistano gli strumenti legislativi che potenzialmente possono assicurare una efficace tutela per l’investitore non dobbiamo in ogni caso dimenticare come la legge in assenza di una sua efficare applicazione rimanga lettera morta senza in alcun modo consentire la tutela dei diritti del danneggiato.
L’ applicazione della legge è lasciata ad un complesso iter chiamato processo denso di termini e formalità che necessita per il suo buon esito dell’ ausilio di un competente difensore spetterà infatti a quest’ ultimo tramite le sue competenze tecniche portare i giudici ad una decisione che soddisfi pienamente le ragioni dell’ investitore danneggiato