Avvocato esperto in risarcimento per gravi casi di malasanità: come ottenere giustizia
Quando un errore medico rovina la vita di una persona, non si tratta solo di una questione sanitaria, ma anche legale. I gravi casi di malasanità possono lasciare segni permanenti, fisici e psicologici, su chi li subisce e sulle loro famiglie. In questi momenti difficili, affidarsi a un avvocato esperto in risarcimento per malasanità è fondamentale per ottenere giustizia e un adeguato risarcimento dei danni subiti.
Cos’è la malasanità?
La malasanità si verifica quando un medico, un’infermiera o una struttura sanitaria commettono un errore che causa danni al paziente. Non si tratta di semplici complicazioni imprevedibili, ma di negligenze, imperizie o imprudenze che avrebbero potuto essere evitate con una condotta professionale adeguata.
Alcuni esempi di gravi casi di malasanità includono:
- Diagnosi errate o ritardate che aggravano la malattia;
- Errori chirurgici durante l’intervento;
- Somministrazione di farmaci sbagliati;
- Mancata assistenza in pronto soccorso;
- Infezioni contratte in ospedale per scarsa igiene.
Quando si ha diritto al risarcimento?
Il risarcimento è possibile quando si dimostra che il danno subito è direttamente collegato a un errore medico. In questi casi è essenziale avviare una consulenza legale e medico-legale per valutare la documentazione e ricostruire l’accaduto. I danni risarcibili possono includere:
- Danno biologico (menomazioni fisiche o psichiche);
- Danno morale (sofferenza e dolore);
- Danno patrimoniale (spese mediche, perdita del lavoro, assistenza continuativa).
Perché rivolgersi a un avvocato esperto in malasanità?
La materia della responsabilità medica è complessa e tecnica. Un avvocato generico non sempre ha le competenze necessarie per affrontare questo tipo di cause. Un professionista specializzato, invece:
- Collabora con medici legali esperti;
- Sa individuare responsabilità e falle nel sistema sanitario;
- Conosce le strategie per ottenere il massimo risarcimento;
- Sa gestire la causa, sia in via stragiudiziale (accordo) sia giudiziale (in tribunale).
Come si svolge la procedura?
- Consulenza preliminare: raccolta della documentazione medica e valutazione del caso.
- Perizia medico-legale: serve per accertare il nesso tra errore e danno.
- Richiesta di risarcimento: prima in via stragiudiziale, poi eventualmente in tribunale.
- Accertamento del danno e liquidazione: il giudice (o l’assicurazione) stabilisce il valore economico del danno subito.
Quanto tempo si ha per agire?
Il termine di prescrizione ordinario è di 10 anni per i casi di responsabilità contrattuale (verso strutture sanitarie) e 5 anni per la responsabilità extracontrattuale (verso singoli medici). Tuttavia, è sempre meglio agire al più presto per evitare la perdita di prove e documenti fondamentali.
Conclusione
Se tu o un tuo familiare siete stati vittima di un errore medico grave, non aspettare. Rivolgiti subito a un avvocato specializzato in malasanità. Solo così potrai far valere i tuoi diritti, ottenere un equo risarcimento e, soprattutto, evitare che altri subiscano le stesse ingiustizie.
Avvocato esperto in malasanità: come ottenere il risarcimento
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Avvocato esperto in malasanità: come ottenere il risarcimento
Quando ti affidi a un medico o a una struttura sanitaria, ti aspetti di ricevere cure adeguate, competenza e sicurezza. Purtroppo, non sempre è così. Gli errori medici esistono, e in alcuni casi possono avere conseguenze devastanti. In queste situazioni, rivolgersi a un avvocato esperto in malasanità è il primo passo per ottenere giustizia e un risarcimento adeguato.
Cos’è la malasanità?
La malasanità si verifica quando un operatore sanitario (medico, infermiere, chirurgo) o una struttura sanitaria commette un errore, per negligenza, imprudenza o imperizia, causando un danno al paziente. Non si parla di sfortuna o complicazioni imprevedibili, ma di condotte professionali sbagliate che potevano essere evitate.
Esempi di gravi casi di malasanità
- Interventi chirurgici eseguiti male o sull’organo sbagliato
- Diagnosi errate o ritardate che compromettono la possibilità di cura
- Reazioni avverse da farmaci somministrati in modo errato
- Infezioni ospedaliere contratte per scarsa igiene
- Lesioni permanenti da parto mal gestito
- Mancato monitoraggio del paziente in terapia intensiva
Quando hai diritto a un risarcimento?
Hai diritto al risarcimento quando è possibile dimostrare che:
- C’è stato un errore medico o sanitario
- L’errore ha causato un danno concreto alla salute
- Il danno è direttamente collegato all’errore
Il risarcimento copre:
- Danno biologico: le lesioni fisiche o psicologiche subite
- Danno morale: la sofferenza interiore vissuta dal paziente
- Danno patrimoniale: spese mediche, perdita di reddito, assistenza continua
In caso di decesso del paziente, anche i familiari possono agire per ottenere un risarcimento.
Perché serve un avvocato esperto in malasanità?
Le cause per malasanità sono complesse e richiedono competenze specifiche sia giuridiche sia medico-legali. Un avvocato specializzato:
- Collabora con medici legali esperti per ricostruire l’accaduto
- Sa valutare l’entità del danno e stimare il risarcimento corretto
- Conosce le normative in materia sanitaria e le sentenze più recenti
- Ti guida passo dopo passo, dalla perizia iniziale fino al tribunale (se necessario)
Agire da soli o con un avvocato generico può significare perdere tempo, denaro e possibilità di ottenere giustizia.
Come funziona la procedura per ottenere il risarcimento?
Vediamo i passaggi principali:
- Consulenza iniziale
L’avvocato analizza il tuo caso, raccoglie la documentazione medica e valuta se ci sono i presupposti per procedere. In questa fase può essere richiesta una consulenza medico-legale preliminare.
- Perizia medico-legale
È fondamentale per dimostrare che c’è stato un errore e che ha causato un danno. Serve anche per quantificare il risarcimento richiesto.
- Richiesta danni alla struttura o al medico
Se l’assicurazione o la struttura sanitaria riconoscono l’errore, si può ottenere un risarcimento in via stragiudiziale, senza andare in tribunale.
- Azione legale (se necessaria)
Se la controparte rifiuta di risarcire o propone una somma irrisoria, l’avvocato avvia la causa in tribunale. In sede giudiziale, sarà il giudice, con l’aiuto di periti, a stabilire chi ha ragione e quanto spetta di risarcimento.
Quanto tempo hai per agire?
I termini di prescrizione sono:
- 10 anni per responsabilità contrattuale (verso ospedali e cliniche pubbliche/accreditate)
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale (verso medici privati o liberi professionisti)
Attenzione: i termini decorrono dal momento in cui scopri l’errore o dai primi sintomi del danno. Prima agisci, più alte sono le possibilità di successo.
Quanto puoi ottenere di risarcimento?
Ogni caso è diverso. Il risarcimento dipende da:
- Grado di invalidità permanente
- Durata dell’inabilità temporanea
- Età del paziente
- Conseguenze sulla vita lavorativa, familiare, relazionale
- Spese mediche sostenute e future
I risarcimenti per malasanità possono arrivare anche a centinaia di migliaia di euro, nei casi più gravi (invalidità permanente, morte, danni neurologici, ecc.).
I vantaggi di affidarsi a un avvocato specializzato
✔ Prima consulenza chiara e orientativa
✔ Collaborazione con periti e medici legali
✔ Possibilità di agire senza anticipare spese (in alcuni casi)
✔ Gestione completa del caso, dalla perizia alla trattativa o processo
✔ Massimizzazione del risarcimento
Conclusioni
Essere vittima di un errore medico è un’esperienza devastante. Ma non sei solo. Con il supporto di un avvocato esperto in malasanità, puoi far valere i tuoi diritti, ottenere giustizia e un risarcimento che ti aiuti ad affrontare il futuro con più serenità.
Se pensi di aver subito un danno da malasanità, non aspettare. Una consulenza legale tempestiva può fare la differenza tra ottenere giustizia… o perdere tutto.
Malasanità: quando puoi chiedere un risarcimento
Essere curati in modo errato o negligente da parte di un medico o di una struttura sanitaria può avere conseguenze gravissime sulla salute di una persona. Ma quando si può davvero parlare di malasanità? E soprattutto, quando si può chiedere un risarcimento? In questo articolo ti spieghiamo tutto, passo dopo passo.
Capitolo 1 – Cos’è la malasanità?
La malasanità si verifica quando un paziente subisce un danno alla salute a causa di un errore, un’omissione o una condotta inadeguata da parte di un medico, un infermiere o una struttura sanitaria.
Non tutti gli esiti negativi sono automaticamente malasanità. Perché ci sia responsabilità medica è necessario che il danno:
- sia evitabile, e
- derivi da comportamenti contrari alle buone pratiche cliniche.
In altre parole, non basta che un trattamento non abbia funzionato. Serve che il medico o la struttura abbiano commesso un errore professionale.
Capitolo 2 – Quali sono gli errori più comuni?
Ecco alcuni esempi frequenti di errori sanitari che possono dare origine a un risarcimento:
- Errore diagnostico: diagnosi sbagliata o mancata diagnosi
- Ritardo nella diagnosi: quando si perde tempo prezioso per curare una malattia
- Errore chirurgico: intervento sbagliato o eseguito male
- Errore in anestesia: dosaggi errati o reazioni non gestite
- Errore nella somministrazione di farmaci
- Omissione di controlli o monitoraggio
- Infezioni ospedaliere per mancanza di igiene o protocolli non seguiti
- Danni da parto: lesioni al neonato o alla madre durante il travaglio
In tutti questi casi, il paziente ha il diritto di essere risarcito, se si dimostra che l’errore era evitabile e ha causato un danno.
Capitolo 3 – Quando si può chiedere il risarcimento?
Puoi chiedere un risarcimento se ricorrono tre elementi fondamentali:
- La condotta colpevole del medico o della struttura sanitaria
Deve esserci stata negligenza, imprudenza o imperizia.
- Un danno concreto alla salute
Il danno può essere fisico, psicologico o patrimoniale (perdita di reddito, spese mediche, ecc.).
- Un nesso causale tra errore e danno
Deve essere dimostrato che il danno è stato causato proprio dall’errore commesso, e non da altri fattori.
Attenzione: il risarcimento non è automatico. È necessario dimostrare con precisione tutti e tre questi elementi.
Capitolo 4 – Quali danni si possono risarcire?
Il risarcimento per malasanità può coprire diverse voci:
- Danno biologico: per lesioni fisiche o psichiche, anche permanenti
- Danno morale: per il dolore e la sofferenza
- Danno esistenziale: per il peggioramento della qualità della vita
- Danno patrimoniale: per spese mediche, farmaci, terapie, perdita del lavoro
- Danno da perdita del rapporto parentale: in caso di decesso del familiare
Il risarcimento può riguardare sia il paziente danneggiato sia, nei casi più gravi, i suoi familiari.
Capitolo 5 – Come si dimostra la malasanità?
Il modo più efficace è attraverso una consulenza medico-legale.
Il tuo avvocato si affida a un medico legale che:
- analizza la cartella clinica,
- valuta la correttezza delle cure ricevute,
- quantifica i danni subiti.
La perizia medico-legale è indispensabile per sostenere la richiesta di risarcimento, sia in via stragiudiziale che giudiziale.
Capitolo 6 – Come si ottiene il risarcimento?
➤ Fase 1: raccolta documentazione
Si ottengono cartelle cliniche, referti, relazioni mediche.
➤ Fase 2: perizia medico-legale
Serve per ricostruire l’accaduto e valutare la responsabilità.
➤ Fase 3: richiesta di risarcimento
L’avvocato invia una richiesta formale alla struttura sanitaria o alla compagnia assicurativa.
➤ Fase 4: trattativa o causa
Se l’assicurazione non accetta, si può avviare una causa civile. Il giudice, con l’aiuto di un consulente tecnico, decide se c’è responsabilità e quanto spetta di risarcimento.
Capitolo 7 – Quanto tempo hai per fare causa?
Dipende dal tipo di responsabilità:
- 10 anni per responsabilità contrattuale (verso ospedali pubblici o convenzionati)
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale (verso medici privati)
Il termine decorre dal momento in cui scopri il danno o hai piena consapevolezza dell’errore.
È fondamentale agire il prima possibile, per evitare che i termini scadano o si perdano prove importanti.
Capitolo 8 – Perché farsi assistere da un avvocato specializzato?
Un avvocato esperto in malasanità:
- conosce le leggi e le sentenze in materia sanitaria,
- lavora con medici legali di fiducia,
- sa come gestire la trattativa con le assicurazioni,
- imposta correttamente la causa in tribunale,
- massimizza le possibilità di ottenere un risarcimento equo e completo.
Capitolo 9 – Conclusioni: non rimanere in silenzio
Se pensi di essere vittima di un errore medico, non aspettare. Ogni giorno che passa può compromettere la possibilità di ottenere giustizia.
Un avvocato specializzato in malasanità può aiutarti a far valere i tuoi diritti e ottenere il risarcimento che ti spetta.
Contattaci per una consulenza riservata e gratuita. Verificheremo insieme se hai diritto a un risarcimento.
Risarcimento per errore medico: guida completa
Quando ti affidi a un medico, ti aspetti di ricevere cure professionali e sicure. Tuttavia, non sempre le cose vanno come dovrebbero. Se hai subito un danno a causa di un errore medico, hai il diritto di ottenere un risarcimento. In questa guida completa ti spieghiamo quando è possibile fare causa, quali danni puoi ottenere, e come agire nel modo giusto.
Cos’è un errore medico?
L’errore medico si verifica quando un medico, un infermiere o una struttura sanitaria compiono una condotta negligente, imprudente o imperita che causa un danno al paziente.
Non si parla di semplici complicazioni o eventi imprevedibili, ma di:
- errori di diagnosi,
- interventi eseguiti in modo scorretto,
- terapie errate,
- mancate cure o controlli,
- errori di prescrizione o somministrazione di farmaci.
Tipologie di errore medico che danno diritto al risarcimento
Ecco alcuni casi frequenti:
- Errore diagnostico
Una diagnosi sbagliata o ritardata può impedire cure tempestive, peggiorando le condizioni del paziente.
- Errore chirurgico
Interventi mal eseguiti, strumenti dimenticati nel corpo o operazioni sull’organo sbagliato rientrano tra i casi più gravi.
- Errore terapeutico
Quando viene prescritto un trattamento errato o dannoso per il paziente.
- Errore in anestesia
Dosaggi sbagliati o mancata gestione delle complicazioni durante l’anestesia.
- Infezioni ospedaliere
Contratte per carenze igieniche o negligenze nel controllo.
- Errori in fase di parto
Danni al neonato o alla madre per interventi intempestivi o mal gestiti.
Quando puoi ottenere un risarcimento per errore medico?
Puoi chiedere un risarcimento se vengono rispettati tre elementi fondamentali:
- Errore o negligenza da parte del medico o della struttura sanitaria
- Presenza di un danno alla salute del paziente
- Nesso causale tra l’errore e il danno subito
Il danno deve essere concreto e dimostrabile, non solo ipotetico. Non basta dire “sono stato curato male”, ma è necessario fornire documenti e prove.
Quali danni si possono risarcire?
Il risarcimento per errore medico può comprendere diverse voci:
➤ Danno biologico
Riguarda le lesioni fisiche e psicologiche che limitano la vita del paziente, anche in modo permanente.
➤ Danno morale
Compensa la sofferenza interiore causata dal danno.
➤ Danno esistenziale
Riguarda la perdita della qualità della vita: impossibilità di lavorare, praticare sport, avere relazioni normali.
➤ Danno patrimoniale
Include:
- spese mediche sostenute e future,
- costi per assistenza continua,
- perdita o riduzione del reddito.
➤ Danno ai familiari
In caso di decesso o danno grave, anche i parenti stretti possono chiedere un risarcimento per la sofferenza subita.
Come si dimostra un errore medico?
La chiave è la perizia medico-legale, che serve per:
- analizzare la documentazione sanitaria,
- verificare se c’è stato un comportamento scorretto,
- quantificare il danno.
L’avvocato incaricato affida il caso a un medico legale esperto, spesso affiancato da specialisti della branca medica interessata (chirurghi, ginecologi, oncologi, ecc.).
Come si ottiene il risarcimento?
Ecco i principali passaggi:
- Consulenza legale
Il primo passo è contattare un avvocato esperto in responsabilità medica per una valutazione del caso.
- Raccolta della documentazione
Cartelle cliniche, esami, referti, fotografie, ricevute di spese mediche.
- Consulenza medico-legale
Serve per accertare la responsabilità del medico o della struttura.
- Richiesta danni
L’avvocato presenta una richiesta di risarcimento alla compagnia assicurativa dell’ospedale o del medico.
- Tentativo di accordo
Se la controparte riconosce la responsabilità, si può ottenere un risarcimento in via amichevole.
- Azione giudiziale
Se l’assicurazione rifiuta o offre una somma irrisoria, si può avviare una causa civile in tribunale.
Quanto tempo hai per fare causa?
I termini di prescrizione sono:
- 10 anni per responsabilità contrattuale (verso strutture sanitarie pubbliche/convenzionate),
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale (verso medici privati o liberi professionisti).
La decorrenza parte dal momento in cui il paziente scopre l’errore o il danno. Agire tempestivamente è sempre consigliato.
Quanto si può ottenere?
Ogni caso è diverso. Il valore del risarcimento dipende da:
- Gravità e durata del danno
- Esiti permanenti (invalidità, disabilità, ecc.)
- Età del paziente
- Perdita di capacità lavorativa
- Danni ai familiari
I risarcimenti nei casi gravi possono arrivare a diverse centinaia di migliaia di euro, specie in presenza di danni permanenti o morte del paziente.
Perché farsi assistere da un avvocato esperto in malasanità?
Un legale specializzato:
- conosce le normative sulla responsabilità sanitaria,
- lavora con periti affidabili,
- sa come affrontare assicurazioni e strutture sanitarie,
- imposta correttamente la richiesta di risarcimento,
- massimizza le possibilità di successo e l’ammontare del risarcimento.
Conclusione: non restare fermo, fai valere i tuoi diritti
Subire un errore medico può cambiare la vita. Ma la legge è dalla parte dei pazienti. Se ritieni di aver subito un danno a causa di una cura sbagliata o di una diagnosi errata, non aspettare.
Contatta un avvocato esperto in responsabilità medica per una consulenza gratuita e riservata. Potresti avere diritto a un risarcimento importante.
0 | Roma | 4342212 |
1 | Milano | 3223623 |
2 | Napoli | 3086788 |
3 | Torino | 2210556 |
15 | Brescia | 1267455 |
5 | Bari | 1220421 |
4 | Palermo | 1215407 |
Risarcimento per danni da malasanità: quanto puoi ottenere?
Essere vittima di un errore medico non è solo un trauma fisico e psicologico, ma anche una profonda ingiustizia. Quando un medico o una struttura sanitaria sbagliano, il paziente ha diritto a essere risarcito. Ma quanto si può ottenere realmente in un caso di malasanità? La risposta dipende da molti fattori. In questo articolo ti spieghiamo in modo chiaro quali sono i criteri di calcolo, quali danni vengono riconosciuti e come ottenere il massimo risarcimento possibile.
Quando si ha diritto a un risarcimento per malasanità?
Puoi ottenere un risarcimento se:
- Hai subito un danno alla salute (fisico, psichico o patrimoniale),
- Il danno è stato causato da un errore medico, da una negligenza, imperizia o imprudenza,
- Esiste un nesso causale tra l’errore e il danno subito.
Non è sufficiente che la cura non abbia avuto successo. Serve che ci sia stato un comportamento oggettivamente sbagliato, evitabile secondo le linee guida mediche e le buone pratiche cliniche.
Quali danni si possono risarcire?
Il risarcimento per malasanità può comprendere diverse voci di danno, che vengono valutate e liquidate singolarmente.
- Danno biologico
È il danno alla salute fisica o psichica. Si misura in percentuale (invalidità permanente e/o temporanea) e tiene conto dell’età del danneggiato. È calcolato sulla base delle tabelle del Tribunale di Milano, che stabiliscono un valore economico per ogni punto percentuale di invalidità.
Esempio:
- Un danno del 30% per una persona di 40 anni può valere decine di migliaia di euro solo per il danno biologico.
- Danno morale
È il dolore interiore, la sofferenza soggettiva legata al trauma vissuto. Spesso viene liquidato in percentuale sul danno biologico (fino al 50-100% in più).
- Danno esistenziale
È il peggioramento della qualità della vita quotidiana: impossibilità di lavorare, praticare hobby, avere relazioni sociali e familiari normali.
- Danno patrimoniale
Comprende:
- Spese mediche sostenute e future
- Costi per farmaci, terapie, assistenza, ausili
- Perdita di reddito o di capacità lavorativa
- Danno da perdita di chance (es. perdita di opportunità professionali)
- Danno da perdita parentale
Se l’errore medico causa la morte del paziente, i familiari possono ottenere un risarcimento per la sofferenza subita e per il legame affettivo spezzato. Anche in questo caso, si usano le tabelle di Milano, che prevedono importi che variano in base al grado di parentela e all’intensità del rapporto.
Quanto puoi ottenere? Alcuni esempi reali
I risarcimenti per malasanità possono variare da poche migliaia a centinaia di migliaia di euro, a seconda della gravità del caso.
Esempio 1 – Errore chirurgico con invalidità al 50%
Un paziente di 35 anni ha subito un intervento mal eseguito che ha causato la perdita parziale dell’uso di un arto.
Risarcimento complessivo: oltre 250.000 euro (danno biologico, morale, spese mediche, perdita lavorativa).
Esempio 2 – Diagnosi errata con morte del paziente
Una diagnosi oncologica tardiva ha causato la morte di un uomo di 52 anni. La moglie e i due figli hanno agito legalmente.
Risarcimento ai familiari: oltre 350.000 euro complessivi, divisi tra danno parentale e patrimoniale.
Esempio 3 – Danno da parto
Un neonato ha subito danni cerebrali permanenti per mancato intervento tempestivo durante il parto.
Risarcimento alla famiglia: oltre 1 milione di euro, per invalidità gravissima, assistenza a vita e sofferenza morale.
Come si calcola il risarcimento?
Il calcolo avviene in modo tecnico e personalizzato, sulla base di:
- Percentuale di invalidità (calcolata da un medico legale)
- Età del danneggiato
- Durata dell’invalidità temporanea
- Conseguenze sulla vita privata e lavorativa
- Spese documentate
- Valutazioni tabellari (Milano o Roma)
Un avvocato esperto in malasanità, con l’aiuto di medici legali specializzati, è in grado di presentare un calcolo completo e fondato, aumentando le possibilità di ottenere il massimo risarcimento.
Come ottenere il risarcimento?
- Raccogli tutta la documentazione sanitaria
- Contatta un avvocato specializzato in responsabilità medica
- Fai eseguire una consulenza medico-legale
- Valuta se procedere per via stragiudiziale o giudiziale
- Agisci entro i termini di legge: 10 anni (responsabilità contrattuale), 5 anni (extracontrattuale)
Conclusioni: far valere i tuoi diritti è possibile
Il risarcimento non può cancellare il dolore o restituire la salute perduta, ma può dare dignità, risorse per il futuro e giustizia. Se pensi di essere stato vittima di malasanità, non rimanere fermo.
Contattaci per una consulenza gratuita e riservata. Analizzeremo il tuo caso con professionisti esperti, senza impegno.
- Danni da diagnosi sbagliata: serve un avvocato?
Una diagnosi medica corretta è il primo passo verso la guarigione. Quando però viene sbagliata o arriva troppo tardi, il paziente può subire danni gravissimi, anche irreversibili. In questi casi, serve davvero un avvocato? La risposta è sì, e vedremo perché.
Cosa si intende per diagnosi sbagliata?
La diagnosi errata si verifica quando il medico:
- individua la malattia sbagliata,
- sottovaluta i sintomi del paziente,
- confonde la patologia con un’altra,
- ignora esami o segnali clinici evidenti.
In alternativa, può trattarsi di una diagnosi tardiva, che arriva troppo tardi per intervenire in modo efficace. Entrambi i casi possono avere conseguenze gravissime per la salute del paziente.
Quando la diagnosi errata è malasanità?
Non tutte le diagnosi sbagliate costituiscono automaticamente malasanità. Per parlare di responsabilità medica devono esserci tre elementi:
- Errore oggettivo e non giustificabile nella condotta sanitaria,
- Danno concreto alla salute del paziente,
- Nesso causale tra errore e danno.
Esempi tipici:
- Tumori non diagnosticati in tempo;
- Infarti scambiati per disturbi gastrici;
- Infezioni gravi ignorate;
- Patologie neurologiche confuse con ansia o stress.
Quali danni si possono chiedere?
Se c’è responsabilità, il paziente ha diritto a un risarcimento per:
- Danno biologico: lesioni fisiche o psichiche, anche permanenti;
- Danno morale: sofferenza psicologica legata al trauma vissuto;
- Danno patrimoniale: spese mediche, terapie, perdita di lavoro o reddito.
In caso di decesso, anche i familiari possono agire per ottenere un danno da perdita parentale.
Perché serve un avvocato esperto?
Le cause per diagnosi errata sono complesse e tecniche. Un avvocato specializzato in malasanità ti assiste in tutte le fasi:
✔ Analisi del caso e documentazione sanitaria
✔ Collaborazione con medici legali
✔ Valutazione dei danni risarcibili
✔ Trattativa con l’assicurazione o causa in tribunale
✔ Assistenza fino all’ottenimento del risarcimento
Un legale esperto aumenta notevolmente le possibilità di successo e ti tutela da errori procedurali o offerte troppo basse da parte delle assicurazioni.
Conclusioni
Se sospetti di aver ricevuto una diagnosi errata e hai subito un danno, non aspettare. I tempi per agire sono limitati (5 o 10 anni) e più passa il tempo, più è difficile dimostrare l’errore.
Contattaci per una consulenza gratuita e riservata. Valuteremo insieme se hai diritto a un risarcimento e ti guideremo passo passo verso la giustizia.
- Risarcimento malasanità: casi reali e sentenze
Quando si parla di risarcimento per malasanità, molti pensano che ottenere giustizia sia quasi impossibile. In realtà, ci sono centinaia di casi all’anno in cui i pazienti ottengono importanti risarcimenti, anche molto elevati. In questo post analizziamo casi reali e sentenze significative per capire cosa può accadere davvero.
Cos’è il risarcimento per malasanità?
È il risarcimento che spetta a un paziente quando subisce un danno alla salute a causa di:
- errore medico,
- mancanza di diagnosi o diagnosi errata,
- intervento chirurgico mal eseguito,
- infezione ospedaliera,
- parto gestito male,
- negligenza o imperizia medica.
Il danno può essere fisico, psichico, economico o morale. E può colpire sia il paziente che i suoi familiari.
Come vengono stabiliti gli importi del risarcimento?
Il valore del risarcimento viene stabilito tenendo conto di:
- percentuale di invalidità,
- età del paziente,
- entità del danno biologico,
- sofferenza morale e impatto sulla vita quotidiana,
- spese mediche e perdita di reddito.
Si usano le tabelle del Tribunale di Milano, che assegnano un valore economico a ogni punto di invalidità e modulano l’importo in base all’età.
Casi reali e sentenze di riferimento
Caso 1 – Intervento chirurgico con danni neurologici (Torino, 2022)
Una paziente ha subito gravi danni al midollo spinale a seguito di un intervento neurochirurgico eseguito in modo scorretto.
Risarcimento riconosciuto: 620.000 euro, inclusi danni morali e spese per assistenza permanente.
Caso 2 – Ritardo nella diagnosi di tumore (Milano, 2021)
Un uomo di 58 anni ha ricevuto la diagnosi di tumore troppo tardi, perdendo la possibilità di curarsi efficacemente.
Sentenza: 300.000 euro ai familiari per perdita parentale e danno esistenziale.
Caso 3 – Lesioni al neonato durante il parto (Napoli, 2023)
Mancato monitoraggio durante il travaglio ha causato gravi lesioni cerebrali al neonato.
Risarcimento record: oltre 1 milione di euro per danni permanenti e assistenza a vita.
Caso 4 – Errore anestesiologico (Bologna, 2020)
Somministrazione errata di farmaci durante anestesia ha provocato stato vegetativo.
Risarcimento riconosciuto: 850.000 euro alla famiglia.
Cosa ci insegnano questi casi?
- Ottenere giustizia è possibile, anche contro grandi ospedali o strutture assicurate.
- Serve una perizia medico-legale precisa e ben documentata.
- Un avvocato specializzato in malasanità è fondamentale per ottenere il massimo.
Vuoi sapere se anche il tuo caso è risarcibile?
Ogni situazione è diversa, ma la legge è dalla parte del paziente. Se hai dubbi su una diagnosi, un trattamento o un intervento ricevuto, affidati a professionisti del settore.
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Avvocato esperto – Malasanità e morte del paziente: risarcimento ai familiari
Quando un errore medico causa la morte di una persona, non è solo una tragedia personale: è anche una profonda ingiustizia. I familiari, oltre al dolore, si trovano a dover affrontare domande difficili: si poteva evitare? C’è stata negligenza? Posso ottenere giustizia per chi ho perso? In questi momenti, rivolgersi a un avvocato esperto in malasanità è fondamentale per far valere i propri diritti e ottenere il risarcimento previsto dalla legge.
Malasanità con esito mortale: quando si può parlare di responsabilità medica?
La legge italiana prevede che un medico o una struttura sanitaria rispondano civilmente e penalmente quando la morte del paziente è causata da:
- negligenza (mancata attenzione al caso clinico),
- imperizia (mancanza di preparazione tecnica),
- imprudenza (scelte affrettate o rischiose),
- inosservanza di linee guida e protocolli sanitari.
Esempi frequenti di malasanità con esito mortale:
- diagnosi sbagliate o ritardate (tumori, infarti, ictus),
- errori chirurgici o in anestesia,
- mancate cure o omissioni in pronto soccorso,
- infezioni ospedaliere non trattate per tempo,
- trasfusioni o terapie sbagliate,
- parto gestito male con conseguente morte della madre o del neonato.
Chi può ottenere il risarcimento in caso di morte per malasanità?
In caso di decesso, la legge riconosce il diritto al risarcimento ai parenti stretti del defunto. In particolare:
- coniuge o partner convivente,
- figli (anche maggiorenni),
- genitori,
- fratelli e sorelle (in alcuni casi),
- altri conviventi stabili, se c’era un legame affettivo riconoscibile.
Il diritto al risarcimento è indipendente dall’eredità: spetta per la perdita del rapporto affettivo con la persona deceduta.
Quali danni possono essere risarciti?
Il risarcimento ai familiari della vittima comprende più voci:
Danno da perdita del rapporto parentale
È il danno morale e affettivo subito da chi perde una persona cara a causa di un errore medico.
Viene stabilito secondo le tabelle del Tribunale di Milano, che indicano importi personalizzati in base:
- al grado di parentela,
- alla convivenza o frequentazione,
- all’età del defunto e del familiare,
- alla presenza di figli piccoli o familiari a carico.
Esempio:
- Per la morte di un genitore con figli conviventi si possono ottenere fino a 300.000 € per ciascun figlio.
Danno patrimoniale
Comprende:
- spese funerarie e mediche sostenute,
- perdita di sostegno economico (se il defunto contribuiva al reddito familiare),
- perdita di servizi familiari (cura, assistenza, gestione della casa, ecc.).
Danno catastrofale e tanatologico (in alcuni casi)
Se il paziente ha sofferto prima della morte (es. lunga agonia, consapevolezza del decesso imminente), i familiari possono agire anche per il danno patito dal defunto, trasmesso per via ereditaria.
Quanto si può ottenere di risarcimento?
Ogni caso è unico, ma in media i risarcimenti possono andare:
- da 150.000 a 350.000 euro per ciascun familiare, nei casi più gravi e documentati;
- fino a oltre 1 milione di euro complessivi, se vi sono più soggetti coinvolti e il defunto era giovane, con legami affettivi forti e figli piccoli.
Come si dimostra la malasanità?
Per ottenere giustizia, occorre:
- Raccogliere tutta la documentazione sanitaria (cartelle cliniche, referti, esami, lettere di dimissione);
- Richiedere una consulenza medico-legale, con perizia tecnica;
- Farsi assistere da un avvocato esperto in malasanità e risarcimenti, che coordina i periti e gestisce tutta la procedura, anche nei confronti delle assicurazioni ospedaliere.
Come si svolge la procedura?
➤ Fase 1: Analisi del caso
Verifica della documentazione sanitaria e valutazione dei presupposti di responsabilità.
➤ Fase 2: Perizia medico-legale
Serve a dimostrare il nesso tra errore e decesso. In genere è svolta da un medico legale di parte.
➤ Fase 3: Richiesta danni
Viene inviata una richiesta di risarcimento all’assicurazione della struttura sanitaria o del medico responsabile.
➤ Fase 4: Trattativa o causa
Se l’assicurazione non riconosce il danno, l’avvocato può avviare una causa civile per far accertare la responsabilità e ottenere il giusto risarcimento.
Entro quanto tempo si può agire?
I termini di legge per agire sono:
- 10 anni in caso di responsabilità contrattuale (verso strutture pubbliche o convenzionate),
- 5 anni per responsabilità extracontrattuale (verso medici privati o non convenzionati).
È sempre consigliabile agire al più presto, per non rischiare la prescrizione e per avere il tempo di raccogliere le prove necessarie.
Perché affidarsi a un avvocato esperto in malasanità?
I casi di malasanità con decesso sono tra i più delicati e complessi da gestire, sia per motivi tecnici che emotivi. Un avvocato specializzato:
- conosce la normativa e la giurisprudenza aggiornata,
- lavora con medici legali esperti,
- sa come affrontare strutture sanitarie e assicurazioni,
- imposta la strategia più efficace per ottenere il massimo risarcimento,
- tutela i familiari in un momento già molto doloroso.
Conclusioni: il risarcimento non è solo una questione economica, ma di giustizia
La perdita di una persona cara per un errore medico è un dolore che lascia il segno per sempre. Il risarcimento non può colmare quel vuoto, ma può offrire una forma di giustizia e di riconoscimento. E soprattutto, può aiutare la famiglia ad affrontare le difficoltà economiche e psicologiche che seguono una tragedia simile.
⚖️ Se hai perso un familiare per un errore medico, contattaci per una consulenza gratuita e riservata. Valuteremo il tuo caso con professionalità, rispetto e competenza, per ottenere il risarcimento che ti spetta.
Avvocato esperto – Malasanità e responsabilità del medico: cosa dice la legge
La fiducia tra paziente e medico è alla base di ogni percorso di cura. Quando però qualcosa va storto — per un errore, una negligenza o una decisione sbagliata — il danno può essere grave, a volte irreparabile. In questi casi si parla di malasanità, e il medico può essere chiamato a rispondere legalmente per i danni causati.
Ma quando si configura la responsabilità medica? Che differenza c’è tra responsabilità civile e penale? Cosa dice la legge italiana? In questo articolo rispondiamo in modo chiaro e completo, con l’aiuto dell’esperienza di un avvocato esperto in malasanità.
Cos’è la responsabilità medica?
La responsabilità medica (o responsabilità sanitaria) è la responsabilità che ricade su un medico, un infermiere o una struttura sanitaria quando, durante l’erogazione delle cure, viene causato un danno evitabile al paziente, per:
- negligenza (mancata attenzione o superficialità),
- imperizia (mancanza di preparazione o abilità tecnica),
- imprudenza (scelte rischiose o frettolose),
- inosservanza delle linee guida cliniche e protocolli sanitari.
Cosa dice la legge italiana? La Legge Gelli-Bianco (n. 24/2017)
Dal 2017, il quadro normativo è stato riformato con la cosiddetta Legge Gelli-Bianco. Questo provvedimento ha introdotto criteri più chiari e garanzie sia per i pazienti che per i medici, distinguendo tra:
Responsabilità civile della struttura sanitaria
La struttura — ospedale, clinica, ASL — è sempre responsabile contrattualmente nei confronti del paziente.
Cosa significa? Che il paziente ha diritto a chiedere il risarcimento entro 10 anni e deve dimostrare solo il danno e il nesso causale con l’errore.
Responsabilità civile del medico
Il singolo medico risponde extracontrattualmente, con prescrizione a 5 anni.
In questo caso il paziente deve dimostrare:
- che il medico ha agito in modo colposo,
- che l’errore ha causato direttamente il danno.
Responsabilità penale del medico
Si ha quando l’errore è così grave da costituire reato, ad esempio:
- lesioni personali gravi o gravissime,
- omicidio colposo.
Tuttavia, l’art. 590-sexies del Codice Penale prevede che il medico non è punibile penalmente se:
- ha rispettato le linee guida accreditate dalla comunità scientifica,
- l’evento lesivo è stato causato da imperizia (e non da negligenza o imprudenza).
Quando si può parlare di malasanità?
Non ogni complicanza medica è malasanità. La legge considera malasanità solo quando:
- L’errore era evitabile, seguendo le buone pratiche cliniche;
- Il paziente ha subito un danno concreto (fisico, psichico, patrimoniale);
- C’è un nesso causale diretto tra l’errore e il danno.
Esempi:
- diagnosi sbagliata o ritardata,
- intervento chirurgico eseguito male,
- infezione ospedaliera per mancanza di igiene,
- somministrazione errata di farmaci,
- parto mal gestito con lesioni al neonato o alla madre.
Cosa deve fare il paziente per far valere i suoi diritti?
- Raccolta documentazione sanitaria
Richiedere cartelle cliniche, esami, referti, lettere di dimissione.
- Consulenza medico-legale
Un medico legale analizza la documentazione e valuta se c’è stata responsabilità e quanto è grave il danno.
- Assistenza legale
Un avvocato esperto in malasanità:
- imposta la richiesta danni alla struttura e/o al medico,
- tratta con le assicurazioni,
- valuta se agire in via stragiudiziale o con causa civile,
- coordina la consulenza tecnica d’ufficio (CTU) in giudizio.
Quali danni possono essere risarciti?
Il paziente può chiedere il risarcimento di:
- Danno biologico (invalidità temporanea o permanente)
- Danno morale (sofferenza interiore)
- Danno esistenziale (compromissione della qualità della vita)
- Danno patrimoniale (spese mediche, perdita di reddito, cure future)
- Danno ai familiari (in caso di decesso o lesioni gravi)
Quanto si può ottenere?
L’importo varia in base a:
- gravità del danno,
- età del paziente,
- percentuale di invalidità,
- spese sostenute e future,
- incidenza del danno sulla vita privata e lavorativa.
Le tabelle di riferimento, come quelle del Tribunale di Milano, consentono di stimare il valore economico del risarcimento.
Esempio: per un danno permanente del 40% a un paziente di 40 anni, il risarcimento può superare i 200.000 euro, oltre a spese e danni morali.
Cosa succede se l’errore porta alla morte del paziente?
In caso di decesso, i familiari stretti (coniuge, figli, genitori, conviventi) possono agire per:
- danno da perdita parentale (dolore per la perdita del rapporto affettivo),
- danno patrimoniale (perdita di reddito, spese funerarie),
- danno da eredità (danni subiti direttamente dalla vittima prima della morte, trasmissibili agli eredi).
Anche in questi casi la legge prevede risarcimenti significativi, che possono arrivare a centinaia di migliaia di euro per ciascun familiare.
Perché rivolgersi a un avvocato esperto in responsabilità medica?
Affrontare da soli un caso di malasanità è estremamente difficile. Le procedure sono complesse, le controparti (ospedali, assicurazioni) sono organizzate e spesso resistenti.
Un avvocato esperto:
- collabora con medici legali competenti,
- sa riconoscere un errore medico e provarlo,
- valuta il danno in modo corretto,
- evita che il paziente accetti offerte al ribasso,
- porta avanti una trattativa o una causa con rigore e competenza.
Conclusioni: difendere i tuoi diritti è possibile
Se pensi di essere stato vittima di un errore medico, o se un tuo caro ha subito un danno grave o è deceduto in ospedale in circostanze sospette, non restare nel dubbio.
La legge è chiara: hai diritto alla verità e, se c’è responsabilità, a un giusto risarcimento.
Contattaci per una consulenza gratuita e riservata con un avvocato esperto in malasanità. Valuteremo il tuo caso con serietà e ti guideremo nella strada verso giustizia e risarcimento.
Il caso: omissione di monitoraggio e decesso neonatale
La vicenda giudiziaria ha avuto origine dalla tragica morte di un neonato durante il parto, avvenuto presso l’Ospedale Santo Bambino di Catania nel luglio 2009. La madre, con una storia di due precedenti tagli cesarei e dolori pelvici persistenti, presentava segni premonitori di travaglio. Nonostante ciò, la ginecologa di turno, Sc.Ro., non ha disposto un monitoraggio cardiotocografico continuo né ha effettuato un’adeguata sorveglianza clinica, omettendo così di rilevare tempestivamente la rottura dell’utero, che ha portato al decesso del neonato .
Il principio giuridico: le linee guida non esonerano dalla responsabilità
La Corte di Cassazione ha stabilito che l’adesione alle linee guida cliniche non esonera automaticamente il medico dalla responsabilità penale. In particolare, la Corte ha sottolineato che, in presenza di fattori di rischio specifici, il medico ha l’obbligo di adattare le linee guida al caso concreto, adottando tutte le misure necessarie per prevenire eventi avversi .
La valutazione della colpa: imperizia non lieve
La Corte ha qualificato la condotta della ginecologa come “imperizia non lieve”, escludendo così l’applicazione dell’art. 3 del Decreto Balduzzi, che prevede l’esenzione dalla responsabilità penale per colpa lieve in caso di conformità alle linee guida. La Corte ha evidenziato che, nonostante le linee guida non imponessero espressamente il monitoraggio continuo in assenza di travaglio attivo, le specifiche condizioni della paziente richiedevano una sorveglianza più attenta, che, se attuata, avrebbe potuto evitare l’esito fatale
Implicazioni pratiche: responsabilità e doveri del medico
Questa sentenza ribadisce l’importanza per i professionisti sanitari di valutare attentamente le condizioni individuali di ogni paziente, andando oltre le indicazioni generali delle linee guida quando necessario. I medici devono essere pronti ad adottare misure supplementari in presenza di segnali di rischio, al fine di garantire la sicurezza del paziente e prevenire possibili complicazioni.
Conclusione: un richiamo alla responsabilità individuale
La sentenza n. 40316/2024 della Corte di Cassazione sottolinea che le linee guida cliniche devono essere interpretate come strumenti di orientamento e non come regole rigide. I medici sono chiamati a esercitare il proprio giudizio professionale, adattando le indicazioni generali alle specificità del caso concreto, per garantire la migliore assistenza possibile e prevenire eventi avversi.
La sentenza n. 30858/2024 della Corte di Cassazione, Sezione III Civile, rappresenta un punto di riferimento fondamentale nella giurisprudenza italiana in materia di consenso informato e responsabilità medica. Attraverso questa pronuncia, la Corte ha delineato con precisione i presupposti per la risarcibilità del danno derivante dalla violazione del diritto all’autodeterminazione del paziente, offrendo una guida dettagliata per la valutazione di tali casi.
Contesto del caso
Il caso trae origine da un intervento di trapianto di fegato eseguito nel 2005 presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena. Il paziente, A.A., ha lamentato che l’organo trapiantato provenisse da un donatore deceduto per intossicazione da monossido di carbonio, circostanza che non gli sarebbe stata comunicata. A seguito di complicanze post-operatorie, è stato necessario un secondo trapianto nello stesso giorno. Il paziente ha quindi agito legalmente, sostenendo che l’omessa informazione sulla provenienza dell’organo e sui rischi connessi avesse violato il suo diritto all’autodeterminazione e causato danni alla salute.
Iter giudiziario
- Tribunale di Modena: ha riconosciuto la responsabilità dell’Azienda per la violazione del consenso informato, condannandola al risarcimento dei danni biologici e morali.
- Corte d’Appello di Bologna: ha ribaltato la decisione di primo grado, ritenendo che il paziente non avesse adeguatamente allegato e provato la lesione del diritto all’autodeterminazione e i danni conseguenti.
- Corte di Cassazione: ha confermato la decisione della Corte d’Appello, sottolineando l’importanza di una specifica allegazione e prova del danno da lesione del consenso informato.
I cinque scenari delineati dalla Corte
La Corte ha individuato cinque ipotesi in cui si può configurare la violazione del consenso informato, ciascuna con differenti implicazioni risarcitorie:
- Consenso presunto con danno iatrogeno e condotta colposa: il paziente avrebbe comunque acconsentito all’intervento; è risarcibile solo il danno alla salute derivante dalla condotta colposa del medico.
- Dissenso presunto con danno iatrogeno e condotta colposa: il paziente avrebbe rifiutato l’intervento se correttamente informato; sono risarcibili sia il danno alla salute che quello da lesione del diritto all’autodeterminazione.
- Dissenso presunto con danno iatrogeno senza condotta colposa: l’intervento è stato eseguito correttamente, ma il paziente non era adeguatamente informato; è risarcibile solo il danno da lesione del diritto all’autodeterminazione, valutato equitativamente.
- Consenso presunto senza danno iatrogeno: il paziente avrebbe acconsentito all’intervento e non ha subito danni; non è dovuto alcun risarcimento.Consenso presunto con danno iatrogeno senza condotta colposa: il paziente avrebbe acconsentito all’intervento, che ha causato danni non imputabili a colpa medica; è risarcibile solo il danno da lesione del diritto all’autodeterminazione, se adeguatamente allegato e provato.
Principi giuridici affermati
- Necessità di specifica allegazione e prova: per ottenere il risarcimento del danno da lesione del consenso informato, il paziente deve specificamente allegare e provare le conseguenze dannose, patrimoniali o non patrimoniali, derivanti dalla violazione del diritto all’autodeterminazioneDistinzione tra danno alla salute e danno da lesione del consenso: la Corte ha ribadito che il danno da lesione del consenso informato è autonomo rispetto al danno alla salute e richiede una valutazione distinta.
- Importanza della corretta informazione: i medici hanno l’obbligo di fornire al paziente tutte le informazioni necessarie per una decisione consapevole, inclusi i rischi specifici legati all’intervento e alle caratteristiche dell’organo trapiantato.
Conclusioni
La sentenza n. 30858/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento in materia di consenso informato, delineando con precisione i casi in cui è possibile ottenere il risarcimento per la violazione del diritto all’autodeterminazione. Essa sottolinea l’importanza di una comunicazione completa e trasparente tra medico e paziente e la necessità di una specifica allegazione e prova dei danni subiti per ottenere un risarcimento.
Per i pazienti e gli operatori sanitari, questa pronuncia offre una guida chiara su come affrontare le questioni legate al consenso informato e alle responsabilità derivanti dalla sua eventuale violazione.
La sentenza n. 14846 del 28 maggio 2024 della Corte di Cassazione, Sezione III Civile, affronta due aspetti fondamentali nel contesto della responsabilità medica e sanitaria:
- La responsabilità della ASL per il fatto colposo del medico di base convenzionato.I
- La possibilità per l’assicuratore del medico di surrogarsi nei diritti del danneggiato nei confronti della struttura sanitaria.
- Responsabilità della ASL per il fatto colposo del medico di base
La Corte ha stabilito che la ASL è responsabile, ai sensi dell’art. 1228 c.c., per il fatto colposo del medico di base convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN). Ciò si fonda sull’obbligo legale della ASL di erogare l’assistenza medica generica, avvalendosi di personale medico alle proprie dipendenze o in rapporto di convenzionamento. Pertanto, la ASL risponde delle condotte colpose dei medici di base convenzionati, in quanto questi ultimi operano nell’ambito delle prestazioni sanitarie di competenza della ASL stessa.
- Surrogazione dell’assicuratore nei diritti del danneggiato
La sentenza affronta anche la questione della surrogazione dell’assicuratore del medico nei diritti del danneggiato nei confronti della struttura sanitaria. La Corte ha affermato che, in base all’art. 1201 c.c., l’assicuratore che ha risarcito integralmente il danno al paziente, in virtù di una transazione, può surrogarsi nei diritti del danneggiato nei confronti della struttura sanitaria. Ciò è possibile in quanto si tratta di un’ipotesi di pagamento del terzo, che consente la surrogazione nei limiti dell’importo pagato.
Conclusioni
La sentenza n. 14846/2024 della Corte di Cassazione rappresenta un importante chiarimento in materia di responsabilità sanitaria e rapporti tra medici convenzionati, ASL e assicuratori. Essa conferma la responsabilità della ASL per le condotte colpose dei medici di base convenzionati e riconosce il diritto dell’assicuratore del medico, che ha risarcito il danno al paziente, di surrogarsi nei diritti del danneggiato nei confronti della struttura sanitaria.
Questi principi hanno rilevanti implicazioni pratiche per la gestione delle responsabilità e delle azioni risarcitorie nel settore sanitario, delineando con maggiore precisione i rapporti tra le diverse figure coinvolte.