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RICERCA TESTAMENTI BOLOGNA VICENZA ROVIGO PADOVA

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Avvocato esperto diritto ereditario ricerca in modo accurato se vi siano testamenti presso notai o avvocati, scrivendo ai competenti ordini che trasmettono la richiesta agli iscritti.

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Poniamo che tizio muore, e ha un ingente patrimonio, ma solo in parte i probabili eredi conoscono  i conti gli immobili le polizze allora come si fa?

Tizio muore  e ha solo esempio tre fratelli

I fratelli non sono eredi necessari, cioè il de cuius il morto per intenderci può lasciare l’intero patrimonio a chi vuole

Ma può farlo solo con testamento  altrimenti tutto andrebbe ai fratelli

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In questo caso sapere dell’esistenza di un testamento  e cosa prevede il testamento è di assoluta importanza.

Certo se vi è un testamento olografo e si trova  in un cassetto  e nessuno lo trova mai, succede spesso, allora la successione v ape r legge e tutto va ai fratelli

Le disposizioni a titolo universale o particolare possono farsi sotto condizione sospensiva o risolutiva (art. 633 c.c.).
Il Codice ha così eliminato ogni questione circa l’apponibilità di una condizione risolutiva all’istituzione di erede. Si era infatti sostenuto che l’apponibilità di una tale condizione contrastava col principio semel heres, semper heres e col divieto di sostituzione fedecommissaria. Ma in contrario si è osservato che il principio semel heres, semper heres non viene meno con l’apposizione di una condizione risolutiva, poiché quest’ultima non opera retroattivamente eliminando la disposizione stessa.
Quanto poi al divieto di sostituzione fedecommissaria, si nota che in quest’ultima ricorrono due istituzioni, laddove nella istituzione sotto condizione risolutiva si ha un’unica istituzione di erede.
La giurisprudenza di merito talvolta ha affermato che l’evento dedotto in condizione debba essere futuro rispetto al momento dell’apertura della successione. Ma la dottrina e la giurisprudenza della Corte di Cassazione ritengono applicabile il principio generale per cui la posteriorità deve essere valutata con riferimento al momento della conclusione del negozio stesso. Pertanto, è valida la disposizione con cui il testatore istituisce erede taluno “a condizione che lo assista fino alla morte”.
Occorre poi osservare come la condizione impossibile o illecita si consideri non apposta (art. 634 Codice civile). La differenza di disciplina con il contratto si spiega con l’intento del legislatore di attribuire efficacia quanto più è possibile alla volontà del testatore, perché mentre il negozio inter vivos può essere rifatto, non può ovviamente esserlo il testamento.
Tuttavia, la disposizione testamentaria è nulla qualora il motivo sviluppato nella condizione illecita abbia avuto da solo efficacia determinante sulla volontà del testatore.
Lo stesso è a dirsi se la condizione è impossibile.
Al fine di accertare se una condizione sia o meno illecita, in alcuni casi basta riferirsi solo al fatto dedotto in condizione (ad esempio, condizione di commettere un reato, condizione che l’istituito divorzi dal coniuge), mentre in altri casi è necessario fare riferimento anche alle intenzioni del testatore. Così, ad esempio, nel caso di condizione di non contrarre matrimonio con una determinata persona, occorre accertare se il testatore abbia voluto coartare la volontà dell’istituito o non abbia piuttosto considerato che egli, sposando quella persona, non avrà più bisogno dei beni ereditari. Così pure, nella condizione di diventare sacerdote, occorre vedere se si è voluto coartare la volontà dell’istituito o assecondarne la vocazione religiosa.
Rientra in quest’ultimo tipo di condizioni, la cd. clausola si sine liberis decesserit, che in linea di massima è valida, a meno che non sia impiegata per eludere il divieto del fedecommesso.

 

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M potrebbe aver depositato il testamento olografo da un notai e o da  un avvocato o dal suo commercialista o da un amico.

 

Avvocato esperto di diritto successorio ,svolge  attività di ricerca testamenti presso ordini e iscritti notarili e avvocati e commercialisti.

 

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testamento pubblico: è quello redatto dal notaio, e quindi con atto pubblico, alla presenza del testatore e di due testimoni. In questo caso non c’è bisogno di pubblicazione, perché il testamento è già pubblico.

In entrambi i casi, è onere del notaio, appena viene a sapere della morte del testatore, informare gli eredi. Per cui, in assenza di una “chiamata”, è facile immaginare che non esista un testamento pubblico o segreto.

BOLOGNA VERONA VICENZA ROVIGO TREVISO VENEZIA BELLUNO RICERCA TESTAMENTO

 

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